LA CRISI CLIMATICA E NOI. Come i cambiamenti globali impattano anche su Arvaia

Gli effetti della crisi climatica e del riscaldamento globale sono immediatamente visibili anche qui ad Arvaia, nel nostro orto.

Le temperature più alte del solito, già a partire da aprile/maggio, hanno contribuito ad anticipare drasticamente la raccolta di diverse colture trapiantate a primavera, come il pomodoro, la melanzana e il melone: questi ortaggi infatti stanno già esaurendo il proprio ciclo produttivo, in anticipo rispetto agli anni scorsi.

Inoltre la prolungata mancanza di pioggia e in generale la scarsa quantità di acqua caduta negli ultimi mesi hanno ripercussioni sui nostri raccolti. Quest’anno quello della patata è stato molto scarso: abbiamo raccolto solo 3 quintali in più rispetto alla quantità di tuberi seminati. Per fare un confronto, si tratta di un quarto di quello dello scorso anno (4 cassoni invece di 16) e la conseguenza diretta della siccità è che avremo patate al massimo fino a dicembre.

Oltre al problema delle temperature alte, è anche a causa di questa se le colture hanno cicli di vita più corti e sono più vulnerabili all’attacco di patogeni e funghi. Altri esempi sono la diffusa presenza di ragnetto rosso sulle piante di melanzana o la sofferenza del pomodoro da salsa, il quale ha anche subito i danni della grandine.

L’anno scorso qui da noi sono piovuti almeno 100 ml in meno rispetto alla media regionale dell’Emilia-Romagna, cioè meno di 600 ml in un anno (la media regionale è 700 ml/anno). Negli ultimi anni a Bologna e nei comuni limitrofi le precipitazioni sono state sempre più scarse. E questo sicuramente influisce anche sulle colture.

In sostanza, il ciclo di produzione dei nostri ortaggi e il tempo di maturazione tipico di alcune piante sono cambiati. Avevamo scaglionato il trapianto dei meloni, prevedendo una loro maturazione graduale e immaginando così di poterne distribuire un paio a settimana per diverso tempo. Invece sono maturati tutti insieme negli stessi giorni, costringendoci a distribuirne anche 5 insieme e terminando l’intera produzione in brevissimo tempo.

Un’altra cosa che abbiamo notato e che probabilmente si può collegare al caldo eccessivo e fuori norma che c’è stato a maggio, è che le piante che abbiamo trapiantato in quel periodo (pomodoro da salsa, peperone, cocomeri, zucche) anche se sono partite bene hanno poi sofferto molto e vegetato poco. Probabilmente perché hanno avuto troppo caldo da subito, hanno fatto poco verde. Le zucche fra l’altro sono in grandissimo anticipo rispetto al solito: stanno già iniziando a seccare le piante e a maturare i frutti (soprattutto la violina, che è avanti di un mese rispetto agli anni passati).

Noi di Arvaia cercheremo di adattarci il più velocemente possibile a queste nuove condizioni, secondo i principi resilienti e virtuosi dell’agroecologia e con l’aiuto di tutta la Comunità che Sostiene la nostra Agricoltura.

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