2013

Breve storia

Arvaia in bolognese vuole dire pisello. Vari semi si trovano uniti insieme dentro lo stesso baccello.

Arvaia nasce nel febbraio 2013 a Bologna seguendo questo principio, e con il sogno e l’ambizione di sperimentare un modo diverso di produrre il cibo che mettiamo in tavola.

La cooperativa inizia il suo lavoro su una porzione di terra di quasi 3 ettari in affitto temporaneo e un nucleo di soci di circa 35 persone, diventate rapidamente una settantina alla fine della prima estate di ortaggi.

I terreni si trovano nella zona di Borgo Panigale, alla periferia occidentale della città, ma pienamente inseriti nel tessuto urbano.

Nel 2015 la cooperativa Arvaia vince il bando pubblico per la gestione dell’intera area del Parco Città Campagna, 47 ettari che un percorso di partecipazione popolare aveva stabilito rimanessero verdi e agricoli.

Sempre nel 2015, dopo un paio d’anni di sperimentazioni e seguendo i modelli di Les Jardins de Cocagne di Ginevra e della GartenCoop di Friburgo, si inaugura la CSA (Comunità che Sostiene l’Agricoltura), la modalità con cui da allora in poi si sarebbe partecipato all’attività principale di Arvaia, ovvero la produzione e distribuzione di ortaggi.

Negli anni successivi comincerà anche la distribuzione dei prodotti trasformati: passata di pomodoro, pane, farine, pasta, fette biscottate, miele, semi.

Con il passare del tempo i soci diventano più di 300, i lavoratori da 3 a 7, coadiuvati da stagionali durante l’estate e da studenti che svolgono il tirocinio curriculare – una ricchezza importante per lo sviluppo di Arvaia.

I soci sono importanti anche nel versare capitale sovventore, che ha consentito di effettuare alcuni investimenti assolutamente necessari senza un indebitamento troppo pesante. Nel 2021 si è potuto così realizzare un pozzo artesiano che consente di irrigare le colture (con un sistema a goccia).

Nel corso di questi anni, la gestione di una comunità dove fruitori e lavoratori cooperano per un obiettivo che non è il profitto, ma avere un cibo sano ed equo retribuendo dignitosamente i lavoratori, mantenendo una reale democrazia interna e una forte orizzontalità nelle scelte e nella gestione, si è rivelata una sfida impegnativa, che ha richiesto una riflessione continua e un lavoro costante nella manutenzione delle relazioni e della partecipazione.

Arvaia continua a lavorare per realizzare la propria utopia concreta in un contesto sociale ed economico che non è certo favorevole a un progetto solidale e senza obiettivi di profitto, con costi crescenti, mentre il potere di acquisto delle persone si erode e il costo del lavoro rimane altissimo.

LO STATUTO DI ARVAIA

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BILANCIO SOCIALE

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