Esperienza estiva per ragazze e ragazzi

Hai una figlia o un figlio fra i 12 e i 14 anni e vuoi farle/gli vivere una esperienza estiva al campo di Arvaia?

Ti invitiamo a leggere questo racconto del socio Massimo Landi, che si rende disponibile per essere contattato al suo indirizzo massimo.lnd@gmail.com per dettagli e avvertimenti.

Noi poi aggiungeremo una nota alla fine, alla quale ugualmente va prestata la massima attenzione perché riguarda questioni legali e assicurative.

Cinni in campo

Le scuole stanno per chiudere e ti chiedi come impiegare produttivamente il tempo dei tuoi figli oltre ai compiti e all’opportuno relax?

Ti riporto una sintesi dell’esperienza fatta l’anno scorso al campo di Arvaia con mio figlio, alcuni suoi amici e un altro papà con suo figlio, che potrebbe interessarti (età ragazzi 12-14 anni).

“Campi estivi”, settimane al mare o simili occupano tempo e denaro. Mi sono chiesto: e se passassi una settimana in campagna?

Qui è possibile: 1) stare nella natura in un ambiente ecologicamente sano, 2) fare una esperienza di lavoro vera e a portata dei ragazzi, 3) trovare momenti per il relax, i compiti e il gioco.

Il costo? Mi sono inventato una formula “gioco/lavoro”: dando compiti di varie attività ai ragazzi, gli riconoscevo poi il loro impegno con una “paga oraria” (se immaginate 6 ore al giorno per 5 € all’ora, con 150 € coprite la settimana, e sono soldi che “rientrano” a casa).

Una cifra simbolica che comunque ha fatto sì che si attivassero con grande impegno.

Era una simulazione di “vera esperienza lavorativa”, mitigata ovviamente alla loro età e intervallata da momenti di relax e studio.

Hanno partecipato alla raccolta degli ortaggi, alla preparazione del raccolto per la distribuzione, a pulizia e pacciamatura per il frutteto e tanto altro.

Ho creato un gruppo di 4 ragazzi che seguivo direttamente per non pesare su altri e per responsabilità.

Poi l’idea è piaciuta e si è aggiunto un mio amico con il figlio.

Agli altri genitori chiedevo solo il riconoscimento della “paga oraria” per i ragazzi e il pasto al sacco.

I ragazzi non volevano mai smettere di lavorare e hanno imparato che… anche se alla sera poi la fatica si sente la soddisfazione per un lavoro fatto la giustifica.

Aggiungete la costruzione del “campo base” con tende sotto gli alberi per compiti e relax, momenti di pranzi condivisi con i contadini, l’autogestione della lavanderia dell’abbigliamento, le grigliate serali.

Potete immaginare come la settimana sia volata con grande piacere di tutti.

Per questioni di tempo e responsabilità non si può chiedere ai contadini di gestire i ragazzi, ma dopo qualche dritta sulla sicurezza e prevedendo solo lavori adatti (per esempio non andare in prossimità di automezzi o del capanno attrezzi) siamo partiti quasi subito con un buon grado di produttività e autonomia.

I lavori in campagna sono perfetti, perché si svolgono a pacchetti di qualche ora e si può decidere di fare una cosa o l’altra e poi una pausa, concludendo ciò che si fa.

È stata infine anche un’occasione per stare con mio figlio con quella giusta serenità data dal tempo e dal ritmo del lavoro che non sempre si trova nella routine.

La sua autonomia si è rafforzata e ha compreso ancora meglio… il mazzo che ci vuole per portarci il cibo sulla tavola 😉 .

Trovare un papà o una mamma di un gruppo di amici non credo sia poi così difficile ed è già tutto pronto per partire.

Note aggiuntive ed esplicative di Massimo

Le date le decidi tu. Occorre organizzarsi in autogestione. Non c’è infatti per ora personale dedicato a queste attività dei ragazzi.
Se tu e/o un tuo amico interessato avete una settimana o anche meno, prendete i vostri figli con qualche loro amico e venite in autonomia.

Come avrai capito, la responsabilità dei minori resta vostra.
I ragazzi non possono quindi essere lasciati soli al campo.
Dai 10 ai 14 anni è l’età giusta. Prima necessitano di un controllo continuo, dopo probabilmente hanno altri impegni o interessi.

Ho inventato una settimana di gioco lavoro. Gli ho programmato le giornate di “lavoro” come se fossero dei contadini veri.
I ragazzi si sentono ingaggiati per farsi un po’ di soldi.
L’obiettivo infatti non è una “esperienza stile laboratorio” su un singolo argomento, ma ho cercato di fargli capire come il lavoro necessiti di un impegno continuativo secondo determinate regole e, perché no, richieda una certa dose di dispendio energetico (fatica).
La sopportazione della ripetitività è stata forse la novità maggiore per loro, già abituati a esperienze short di al massimo 2 ore.

Ovviamente erano mansioni semplici alla loro portata: diserbo, trapianto, raccolta friggitelli, melanzane, zucchine, di durata da una a due ore al massimo. Con pause a metà mattina, una lunga pausa a pranzo con siesta e spazio per compiti, attività minori al pomeriggio.
Loro segnavano le ore fatte su un “libretto del lavoro” e a fine giornata glielo firmavo. Le attività da fare le chiedevo ai contadini. I contadini non possono occuparsi dei ragazzi e soprattutto devono in certe occasioni usare i trattori con annessi rischi.
È comunque finita che quasi sempre erano i contadini a chiamare i ragazzi per lavorare insieme… ti accorderai direttamente con loro.

Si inizia presto, 7:30, per gestire le attività fuori dalle ore più calde e non “evaporare”.
L’alzataccia faceva parte dell’esperienza lavorativa dei ragazzi, che inaspettatamente ne erano anche orgogliosi, dicevano agli amici: “la prossima settimana noi andremo a lavorare in campagna per guadagnare…”.
Gli facevo portare il pranzo al sacco ma abbiamo anche preparato sul posto insalatone e condiviso torte salate, pizze ecc.
Ci siamo quasi subito inseriti nel tavolo dei contadini per pasti conviviali ma anche per questo ti regoli in funzione dei loro impegni, di chi c’è, cosa vi va di fare, ecc.

Abbiamo inoltre attrezzato un “campo base” sotto gli alberi con tende e un tavolo che usavano per fare un po’ di compiti nelle ore più calde.

Cosa serve avere:

  • 2 magliette
  • Braghini corti
  • Scarpe da lavoro comode, ok tennis, no sandali, meglio avere calzini un po’ alti
  • Scarpe per altro
  • Bandana o cappello
  • Guanti da giardinaggio o antitaglio qualsiasi
  • Crema da sole
  • Antizanzare
  • Ciabatte
  • Borraccia per acqua

A fine giornata si lavavano la maglietta e la stendevano al capanno dove lasciavano anche le scarpe.

Bene, se vuoi altre informazioni e/o se intendi partire con qualche giorno e un tuo gruppo di giovani braccia restituite all’agricoltura chiamami o scrivimi.

Nota legale e assicurativa

Arvaia è una fattoria didattica regolarmente riconosciuta dalla Regione Emilia-Romagna. Adulti e ragazze/i che siano presenti in campo possono farlo se partecipano a un corso-teorico pratico oppure ad attività didattiche e laboratoriali. È richiesta, a puri fini statistici e per attivare la copertura assicurativa, la firma di un registro presenze con la data e la specifica della iniziativa/corso/giornata a cui si partecipa.

I/le partecipanti ricevono adeguata informazione sulle precauzioni da prendere e sulle attenzioni da porre per rendere sicura e proficua la permanenza in campo. In particolare è assolutamente necessario:

  • tenere almeno 25 metri di distanza dalle macchine agricole in movimento;

  • rispettare i divieti di accesso che in azienda segnalano le zone riservate al personale dipendente;

  • segnalare eventuali problematiche fisiche e di salute che rendano necessarie attenzioni particolari (allergie, assunzione di farmaci, disabilità permanenti o temporanee, ecc.);

  • utilizzare protezioni individuali come i guanti e un abbigliamento adatto alle condizioni atmosferiche (cappello, indumenti impermeabili, ecc.);

  • avere a disposizione acqua e lozione contro le punture di insetti.

Ai/alle partecipanti è assolutamente vietato l’uso di strumenti e macchine agricole, riservati esclusivamente ai /alle dipendenti della cooperativa.

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